Il Panther II è un carro che fu oggetto di una lunga progettazione che sfociò nel 1943 nella realizzazione di un primo scafo per le opportune valutazioni. Lo scopo ultimo a cui questo carro era chiamato a supplire, risiedeva nella necessità di superare le principali mancanze del Panther Ausf.D che proprio quell’anno era divenuto operativo e di cui si conoscevano molto bene i difetti. Fra essi l’eccessiva leggerezza delle corazze laterali che non erano in grado di reggere i colpi dei fucili anticarro russi intensamente utilizzati su quel fronte.
Il Panther II non superò lo stadio di prototipo in quanto progetto abortito non appena le principali carenze del Panther Ausf.D furono superate dalla versioni Ausf.A e soprattutto Ausf.G.
L’esperienza e la componentistica sviluppate per il Panther II non andarono però perse in quanto ampiamente e proficuamente utilizzate per la realizzazione di un carro di classe superiore quale era il Tiger II.
Nonostante questa realtà dei fatti, il Panther II ha sempre saputo affascinare i modellisti militari ed è stato oggetto di una serie di ipotetici sviluppi. Fra di essi si distingue la consolidata idea di carro operativo equipaggiato con Schmalturm armata di cannone Pak-43 da 88mm privo di freno di bocca.  Tale ipotetica versione è oggetto del kit Dragon in 1/35 da me usato come piano di partenza per il presente modello.

Si tratta del modello codice 6027 e consistente in uno scafo di Panther Ausf.G identico a quello proposto in altri kit, come ad esempio il "Nightfighter Panther" codice 9045, unito alla torretta Schmallturm già realizzata per il modello di Panther Ausf.F sempre proposto dalla Dragon. L'unica originale novità del kit in questione è, quindi, il particolare treno di rotolamento previsto per il Panther II e non avente altri eguali in tale famiglia di carri. Lo scafo proposto nel kit, quindi, è ben diverso da quello effettivamente realizzato come prototipo ed al momento custodito al Pattom Museum negli USA. Quest'ultimo, infatti, presenta una serie di caratteristiche tipiche dei Panther di prima produzione e, quindi, ben diverse da quelle presenti su uno scafo Ausf.G come quello proposto dal kit. Nonostante questo non ho provveduto ad apportare nessuna modifica allo scafo che fosse finalizzata a riproporre esattamente l'aspetto dello scafo realmente costruito, ma mi sono limitato a migliorare il dettaglio dello stesso restando fedele agli elementi dell'Ausf.G come proposto nel kit. Questa decisione deriva dalla considerazione che il prototipo costruito aveva delle caratteristiche uniche dettate dalla componentistica disponibile nel 1943, ma che sarebbero state ben diverse da quelle che avrebbe avuto se fosse entrato in produzione di massa nel 1944/45. Sulla base di ciò uno scafo Ausf.G è da considerarsi molto più coerente con l'aspetto che il Panther II avrebbe avuto al momento dell'entrata in servizio rispetto ai caratteri del prototipo effettivamente costruito.
Il kit Dragon ha ormai una certa anzianità e porta su di sé tutti i difetti e i limiti di una produzione di ormai dieci e più anni fa. Non brilla per dettaglio né per finezza di stampa, ma resta un ottimo punto di partenza per la realizzazione di un buon modello.
Alla luce di queste considerazioni, ho provveduto a procurarmi un lungo elenco di aftermarket con il palese desiderio di migliorare il modello il più possibile e di dimostrare come anche un mezzo mai realmente costruito può diventare una piacevolissima esperienza modellistica ed offrire un prodotto finale di tutto rispetto.
Per prima cosa ho provveduto ad assemblare il treno di rotolamento. In questa prima fase non ho apportato particolari migliorie se non sostituendo i poco apprezzabili cingoli in plastica della scatola con quelli offerti dalla Friulmodel con kit codice ATL-21.
Volendo completare l'intero treno di rotolamento prima di dedicarmi al superdettaglio dello scafo, ho provveduto alla colorazione dello stesso, al suo invecchiamento ed al posizionamento dei cingoli. Tutto questo per evitare che un treno di rotolamento, non interamente completato, potesse comportare dei lavori finali in grado di mettere a rischio le delicate fotoincisioni ormai applicate sul resto dello scafo.



I cingoli in metallo con articolazione consentita da filo metallico della Friulmodel, non si sono dimostrati all'altezza delle aspettative ed al prezzo pagato per gli stessi. Pur dovendo ammettere di essere stato alla prima esperienza con questo tipo di prodotto, tali cingoli si sono dimostrati pieni di bave e privi dei fori necessari al passaggio de filo metallico. Ciò ha comportato un lungo e delicato lavoro per ripulirli e renderli workable; lavoro che ne ha compromesso il mio personale giudizio finale pur coscio dell'ottimo aspetto degli stessi una volta montati e posizionati. Devo inoltre dire di essermi lasciato condizionare nella scelta del tipo di cingoli da montare sul mio Panther II dai lavori precedenti di altri modellisti e soprattutto da quelli montati sul prototipo costruito. Quest'ultimo, infatti, è equipaggiato con i cingoli da trasporto previsti per il Tiger II e Jagdtiger ma, pur riconoscendo una generale tendenza alla standardizzazione dei componenti perseguita dai Tedeschi nella seconda metà del conflitto, è da ritenersi che il prototipo montasse dei cingoli da trasporto per consentire il rapido spostamento dello stesso via treno da una fabbrica all'altra e da un campo di prova all'altro piuttosto che ad un impiego operativo degli stessi. Alla luce di questo posso tranquillamente affermare che avrei preferito montare sul mio modello i normali cingoli operativi del Tiger II. Ciò avrebbe consentito una maggior originalità del modello ed un maggior fascino dettato dalla maggiore sporgenza degli stessi dallo scafo.
La polvere ed il fango asciutto e rappreso lungo tutto il treno di rotolamento sono stati ottenuti con i pigmenti della MIG Production e la relativa resina. Si tratta di ottimi prodotti che si sono dimostrati facili da usare, efficaci nell'aspetto finale e, soprattutto la resina, incapace di lasciar alcun alone o riflesso.



Protetto il treno di rotolamento con scotch a bassa adesività, ho iniziato a superdettagliare lo scafo con le fotoincisioni proposte dalla Aber nel set codice 35053.



Confesso di non aver usato tutti i pezzi proposti per incapacità personale ad eseguire certi lavori richiesti da fotoincisioni particolarmente piccole o complesse, ma devo ammettere una generale ottima qualità del prodotto che si è dimostrato facile da lavorare e molto fine nel dettaglio. Da parte mia mi sono limitato a simulare i danni sui parafanghi.







Lo stesso scafo ha in seguito ricevuto anche le antenne da 2 e 1,4 metri (rispettivamente ANM-35008 e ANM-35009) e la MG della Adler Nest, i cassoni posteriori della Voyager Models nonché i "grilli" sempre della Aber.
Discorso a parte merita la torretta. Come detto sopra, questa ipotetica versione del Panther II prevedeva una torretta  Schmalturm equipaggiata con cannone Pak-43 da 88mm privo di freno di bocca. La torretta del kit dragon, oltre ad essere decisamente poco accattivante per una scarsissima riproduzione dei dettagli, è anche diffusamente riconosciuta errata a causa di una non corretta riproduzione delle piastre laterali ed in particolare del raggio dell'angolo che le stesse formano incontrandosi.
Ciò determina un accorciamento della torretta stessa ed una leggera sporgenza al di fiori dello scafo.

Avendo a conoscenza questi difetti, mi sono procurato la conversione offerta dalla Accurate Miniatures con codice C023.

Tale torretta si è immediatamente presentata come nettamente superiore a quella offerta dalla Dragon grazie ad una fattura decisamente superiore ed ad una ottima riproduzione delle saldature e dei dettagli più minuti. Ciò nonostante ho provveduto anche alla sostituzione del cannone con uno in metallo tornito della New Connection.

Nonostante tutto ciò ho dovuto mio malgrado riconoscere che quanto offerto dalla Accurate Miniatures non è altro che la stessa torretta del kit Dragon con l'aggiunta di migliori dettagli. La Accurate Miniatures non ha provveduto in alcun modo alla correzione della forma ed inclinazione delle piastre corazzate componenti la torretta stessa, ma anzi si presenta sotto questo aspetto identica a quella della Dragon e con i medesimi difetti.

Non intendendo cimentarmi in una complessa autocostruzione, ho comunque optato per l'utilizzo della Schmalturm della Accurate riproducendo delle migliori saldature, gli anelli per l'ancoraggio del fogliame e rifacendo l'apertura della MG coassiale al cannone.
Infine ho completato il carrista usufruendo di un soggetto Tamiya ampiamente migliorato con testa della Hornet.
Ho così concluso il lavoro di costruzione del modello.






Dopo aver dato una mano di fondo di Rubber della Model Master, ho deciso di dedicarmi ad una colorazione del carro decisamente inusuale optando per una netta rottura fra le tinte dello scafo e della torretta. Volendo, infatti, suggerire all'osservatore la provenienza diversa dei due componenti, ho deciso di colorare lo scafo con uno schema mimetico nettamente diverso da quello in torretta. Si intende così comunicare all'osservatore che il carro sia stato inizialmente inviato al fronte con il solo minio antiruggine e qui abbia ricevuto una frettolosa e superficiale mimetica sabbia. Tale colore, spruzzato sulle sole piastre inclinate in quanto più facili da raggiungere da terra, lascia intravedere il minio al di sotto nonché il numero di fabbricazione nero sulla piastra frontale e non è presente sul cielo dello scafo e sulla piastra posteriore.





La Schmalturm, invece, ha una mimetica completamente diversa e molto più accurata e complessa richiamante gli schemi mimetici "da imboscata" di fine guerra.



Si vuole in tal modo suggerire che la torretta originaria sia stata sostituita in un secondo tempo per un guasto meccanico, un danno da combattimento irreparabile od anche un successivo up date della stessa. Non bisogna, infatti, dimenticare che la Schmalturm fu progettata per alloggiare il 75mm L70 del Panther I e solo successivamente si prese in considerazione la possibilità di equipaggiarla con il Pak-43 da 88mm. Si potrebbe, quindi, anche ipotizzare che venute disponibili, in un ipotetico 1946 di guerra ancora in corso, le nuove Schmalturm con 88mm, si fosse data disposizione per una generale sostituzione delle torrette dei Panther II di prima produzione al fine di incrementarne la capacità belliche.

I colori usati per le diverse mimetiche sono i Vallejo Air, mentre l'araldica, dalle tinte a bassa luminosità e dai codici semplificati di fine guerra, è ottenuta attraverso l'utilizzo dei trasferibili a secco della Archer.



Il lavoro successivo è consistito nella pittura dei particolari del carro a cui è seguita una abbondante stesura di cera Future per la copertura e completa protezione del colore.
Ho potuto in tal modo procedere con serenità all'invecchiamento del carro.
Tale fase si è composta come segue:

·        applicazione sulle parete inclinate di piccoli punti di colore ad olio bianco e tinte terrose poi tirati dall'alto verso il basso con pennello piatto intinto in essenza di petrolio. Ciò al fine di simulare un movimento del colore sottostante ed una prima superficiale impressione di colatura dello sporco.

·        lavaggio selettivo  con Bruno Wan Dyck mischiato con nero nelle parti più nascoste e di accumulo di sporco.

·        simulazione di graffi e scrostature mediante l'applicazione con un pennello finissimo di nero mischiato a del color metallo scuro della Vallejo

·        realizzazione di colature di sporco ad olio con Bruno Van Dych e nero con applicazione del colore nei punti di interesse e tiraggio dello stesso dall'alto verso il basso con pennello pulito intinto in essenza di petrolio

·        leggero dry brush sulle parti più sporgenti

L'invecchiamento si è concentrato in particolare sullo scafo e molto meno in torretta, con lo scopo di suggerire con maggior forza la diversa anzianità e provenienza delle due parti.
Completato l'invecchiamento sono stati apposti gli ultimi componenti quali i tubi di scappamento, le antenne, la Mg dello scafo e soprattutto i cavi da traino della Eureka Models. Questi ultimi, ancorati come da manuale per i Panther Ausf.G, sono stati accorciati in quanto troppo lunghi di 4cm e mezzo rispetto alla corretta trasposizione in scala.
Completato anche il carrista con l'aggiunta di cuffie e laringofono della Royal Models, mano sinistra della Hornet e sciarpa autocostruita con Milliput, si è provveduto ad una abbondante mano di coprente opaco della Model Master.
I pigmenti della Mig applicati allo scafo per simulare fango e polvere hanno completato l'opera.