Articoli Tecnici










 

Piccola guida ai lavaggi e al drybrush
di Bassho

Il concetto di invecchiamento di un mezzo militare significa essenzialmente due cose:

l’ applicazione di fango, macchie e graffi per conferire al veicolo un aspetto “vissuto”.
E l’ applicazione di sottili strati di colore altamente diluito per conferire profondità e “carattere” al veicolo stesso, una volta ultimata la verniciatura.
In quest’ ultimo caso si parla di lavaggi.

Per effettuare un lavaggio si possono utilizzare colori ad olio od acrilici. I primi diluiti in trementina od acqua ragia ed i secondi in acqua o alcol. In generale i colori da applicare per i lavaggi sono compresi in una gamma che va dal terra di siena bruciata al terra d’ombra, bruno van dick sino al nero vero e proprio. Alcuni modellisti, per ottenere un effetto molto marcato eseguono i lavaggi direttamente con tonalità di nero ed, in questo caso, si parla di blackwashing. In ogni caso, a seconda della colorazione di base del modello, si caricherà il mix di colori del lavaggio, aggiungendo o riducendo una certa quantità di nero. Per semplificare: per un Tigre con livrea mimetica a base dunkelgelb, un colore chiaro, il lavaggio dovrà vedere una mix di 80% terra d’ombra e 20% nero. Per un Tigre con livrea in panzergrau oppure per uno Sherman od un T34, rispettivamente in olive drab e dark green (o varianti di questo), il mix sarà del 65-70% terra d’ombra e per il 30-35% nero. Ovviamente il modellista potrà regolarsi come meglio crede nel gestire il mix in relazione al suo gusto personale o alle sue esigenze.

Una volta stabilito il mix adeguato di colori si provvederà a diluirli. E’ consigliabile procedere con una serie di lavaggi più sottili, altamente diluiti che con un solo lavaggio più massiccio. In ogni caso la percentuale di diluizione varia tra il 75 e l’ 85% nel rapporto tra diluente e colore. E’ opportuno versare il colore per il lavaggio in una vaschetta e rimestarlo regolarmente per evitare il deposito dei pigmenti di colore sul fondo. Sarà opportuno anche aggiungere, se si lavora con colori ad olio, aggiungere con regolarità una certa quantità di diluente al mix, data la tendenza alla evaporazione del solvente stesso. Solventi come acquaragia e trielina possono, evaporando sulla superficie del modello, lasciare aloni traslucidi. Esistono, comunque, in commercio, solventi per belle arti privi di aloni. In ogni caso il problema può essere ovviato in due modi:

1) aggiungere, in fase di verniciatura, una certa quantità di colore satinato al colore di fondo;
2) in fase di drybrushing

In ogni caso il problema non si presenterà in modo eccessivo badando a stendere bene il colore del lavaggio e ad eliminare gli eccessi.. Oppure, una volta ultimate tutte le fasi del lavaggio e del drybrushing, spruzzando una mano di trasparente opaco.

Il lavaggio vero e proprio va effettuato utilizzando un pennello piatto e morbido, in genere di misura 4-5. Il veicolo va lavato in tutte le sue parti insistendo sulle aree in cui siano presenti fessure e giunzioni (area del motore, portelli frontali e della torretta e via dicendo). E’ bene insistere in maniera più decisa sulle parti inferiori del veicolo, quelle più vicine al terreno, in modo tale da renderle visibilmente più scure della parte superiore. Il lavaggio andrebbe effettuato 24-48 ore dopo la verniciatura, in modo di consentire all’ acrilico o agli smalti di asciugare in profondità tramite la polimerizzazione. Almeno questa è la valutazione di modellisti dotati di qualche conoscenza di chimica.

L’ effetto finale di un lavaggio ben eseguito sarà quello di lasciare sul veicolo una netta patina scura ed evidenziare le fessure. Generalmente si consiglia di procedere con tre lavaggi successivi a circa 30 minuti di distanza l’uno dall’ altro. Poi si lascerà il modello ad asciugare per circa 24 ore.

Una volta asciugato il modello si può procedere ad un lavaggio localizzato, utilizzando un pennello sottile a pelo lungo (1 o 0), con un mix leggermente più scuro, per evidenziare ulteriormente le giunzioni o le linee di saldatura delle piastre, oppure per creare piccoli depositi di colore più scuro in aree sottoposte ad usura. Tale procedura può anche essere eseguita dopo il drybrushing, avendo come vantaggio una superficie schiarita, dove i dettagli sono maggiormente evidenti. Macchie di colore localizzate attorno al vano motore, in colori come nero di marte o nero di vite, possono servire a riprodurre macchie di grasso o carburante.

Drybrushing

A questo punto si procederà con il drybrushing, ossia la tecnica della pennellata a secco. Si utilizza un pennello piatto medio piccolo (numero 1 o 2) e lo si bagna nel colore di fondo del veicolo. Poi lo si passa su un tovagliolo o fazzoletto di carta sino a lasciare nelle setole solo una piccolissima quantità di colore. A questo punto, con un movimento circolare, lo si passa su tutta la superficie del veicolo. Lo scopo è quello di creare l’ illusione ottica della profondità. Nel caso di una livrea policroma si deve procedere dal colore più scuro a quello più chiaro, schiarendo ciascun colore con una goccia di sabbia o di kaki, per poi passare al colore successivo. Nel caso di livree policrome, per esempio quella a tre toni di alcuni carri tedeschi, si può effettuare un drybrush ulteriore, mirato alla giunzione tra i vari colori, ripassando dapprima, per esempio, le strisce in rotbrun e poi quelle in olivgrun, in modo da ottenere una certa sovrapposizione. Infine, sempre con questa tecnica, si possono effettuare delle lumeggiature, per far risaltare i particolari del veicolo (rivetti, bordi etc), eventualmente aggiungendo una punta di bianco al colore base. Volendo si può effettuare la stessa operazione ricorrendo a colori come il buff o simili.

Per il treno di rotolamento, in particolare per la gommatura delle ruote, è opportuno non usare, in fase di verniciatura, il nero opaco, ma una mistura di nero e blu scuro, in pratica blu di Prussia. In seguito verrà effettuato un drybrush aggiungendo una certa quantità di blu al colore di base. Un ulteriore effetto di usura della gomma potrà essere ottenuto, eventualmente, con un drybrush molto leggero a base di grigio caldo, più marcato verso il bordo della gommatura.