Il villaggio di Okinawa

Coppia di Sherman abbandonati

Sherman "Zippo" all'attacco dei bunker

Sherman protetto

M4A2 del 1° Btg. Marine

Type 95 del 27° Rgt. catturati vicino a Shuri

Okinawa (maggio-giugno 1945)

Dallo sbarco delle forze americane ad Okinawa il generale Ushijima, comandante delle forze di difesa dell’ isola, si era limitato ad azioni offensive, rifiutando le ripetute richieste di azioni offensive da parte del comando di Tokyo. Ma alla fine di aprile acconsentì al lancio di una azione offensiva, persuaso dal suo comando, più per ragioni d’ onore che per le speranze di riuscita.

Il 27° rgt carri partecipò alla offensiva del 04/05/1945 attaccando la collina 120 e Kochi.
L’ attacco venne respinto con forti perdite da parte nipponica. Il rgt si ritirò, quindi, sulla linea di difesa Shuri.
Il 05/05 venne lanciato un secondo attacco, notturno, in direzione di Maeda. Le forti perdite e l’ assenza di successi spinsero il comandante nipponico a cancellare l’ intera operazione offensiva. Il 27° rgt venne schierato sulla linea difensiva Shuri ed i carri interrati insieme a batterie di cannoni da campagna Type 90 da 75 mm, efficaci nel fuoco controcarro. Il rgt mantenne la posizione sino a fine maggio per poi ritirarsi nell’ area meridionale di Okinawa dove cessò di esistere come unità combattente.

Ad Okinawa era presente la 32° armata nipponica composta dalla 9°, 24° e 62° divisione di fanteria e dalla 44° brigata mista, per un totale di 77.000 uomini. Di questi 15.000 erano coreani. Alla difesa di Okinawa contribuirono anche 25.000 uomini della milizia civile. Inoltre vennero impegnati 10.000 uomini della marina e 1.500 piloti kamikaze.

Da parte americana la forza di invasione contava su un totale di 548.000 uomini, 1.600 navi e 2.000 aerei. 185.000 uomini di esercito e marines appoggiati da circa 800 M4, 290 blindati anfibi ed un certo numero di carri leggeri M3. Le perdite da parte americana furono di circa 12.500 morti e dispersi, 39.000 feriti in combattimento, 33.000 feriti non in combattimento e 14.0000 soldati ricoverati per stress da combattimento.
Negli scontri terrestri andarono persi 221 M4, diverse decine di veicoli blindati anfibi e 4 M3. Negli scontri aereonavali vennero affondate 34 navi alleate, in larga misura per gli attacchi dei kamikaze e altre 368 vennero danneggiate. In totale le navi distrutte o talmente danneggiate da dover essere demolite furono 79 e 100 quelle pesantemente danneggiate. 763 aerei alleati vennero abbattuti o persi. La marina americana perse 5.000 uomini contro gli 8.000 di esercito ed USMC. Le forze nipponiche persero 65.000 soldati, 1.900 piloti kamikaze, 6.000 avieri e marinai. Registrarono anche 17.500 feriti e 10.000 prigionieri. La marina imperiale perse 16 navi da guerra e 2.200 aerei tra aviazione di marina e dell’ esercito. 1.600 kamikaze vennero abbattuti. Le perdite della popolazione civile sono stimate tra i 75.000 ed i 140.000 morti/dispersi.

Solo nel 1969 il Giappone riottenne dagli USA la sovranità sull’ isola di Okinawa, ancora oggi una delle principali basi delle forze americane nel Pacifico. Alla battagli di Okinawa  partecipò anche la nave da battaglia “Yamato”, la più potente del mondo all’ epoca. La “Yamato” ricevette l’ ordine di raggiungere le spiaggie di Okinawa e insabbiarsi per essere usata, con le sue potenti batterie da 406 mm, in appoggio alle forze di terra. Venne intercettata e distrutta dalle forze americane il 07/04, ben prima di raggiungere l’ isola.

Unita'

Comandanti

Forze

27° Rgt Carri

Ten Col Muratami

14 Type 97 migliorati
12 Type 95


Fonti e Bibliografia:
- Osprey - [New Vanguard 035] - Armor of The Pacific War
- AJ-Press - [TankPower 011] - Japanes Armor. Vol 3
- Concord 7004 - [Armor at War] - Tank Battles of the Pacific War 1941-1945