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POLIZIA REPUBBLICANA e BRIGATE NERE

Nei territori della Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) i compiti di pubblica sicurezza furono assicurati, oltre che dalla Guardia Nazionale Repubblicana (costituita dai disciolti Carabinieri, PAI e MVSN), anche dal Corpo di Polizia Repubblicana, che assorbi' il personale del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza e continuò a svolgere i tradizionali compiti di pubblica sicurezza.

Questa struttura dipendeva dal Ministero dell'Interno dispose di un Quartier generale, di un Intendenza, di un autoreparto ed era rappresentata dalle Questure provinciali, ognuna con un proprio reparto OP, e dai reparti operativi consistenti in 6 Btg. e due legioni autonome di PS (Legione autonoma Mobile “Ettore Muti” e Legione Arditi di Polizia “Pietro Caruso”).

Oltre a queste furono formati anche due reparti autonomi speciali aventi compiti investigativo e informativo al comando di Pietro Koch.

Le Brigate Nere erano il corpo militare fascista della R.S.I. voluto fortemente dal Segretario del Partito Pavolini, contro il parere del Maresciallo Graziani e si costituirono il 1° luglio 1944, anche se il decreto istitutivo (n.° 446) reca la data del 30 giugno 1944.

Furono costituite delle Brigate territoriali più un raggruppamento di Brigate mobili, ognuna delle quali porto' il nome di una caduto del Fascismo repubblicano. La forza dichiarata era di 110.000 uomini.

Le Brigate Nere nei vari ispettorati regionali furono:

PIEMONTE: I° B.N. "Ather Capelli" Torino; II° B.N. "Attilio Prato" Alessandria; III° B.N. "Emilio Picot" Aosta; IV° B.N. "Luigi Viale" Asti; V° B.N. "Carlo Lidonnici" Cuneo; VI° B.N. "Augusto Cristina" Novara; VII° B.N. "Bruno Ponzecchi" Vercelli.

LOMBARDIA: VIII° B.N. "Aldo Resega" Milano; IX° B.N. "Giuseppe Cortesi" Bergamo; X° B.N. "Enrico Tognu'" Brescia; XI° B.N. "Cesare Rodini" Como; XII° B.N. "Augusto Felisari" Cremona; XIII° B.N. "Marcello Turchetti" Mantova; XIV° B.N. "Alberto Alfieri" Pavia ; XV° B.N. "Sergio Gatti" Sondrio; XVI° B.N. "Dante Gervasini" Varese.

VENETO: XVII° B.N. "Bartolomeo Asara" Venezia; XVIII° B.N. "Luigi Begon" Padova; XIX° B.N. "Romolo Gori" Rovigo; XX° B.N. "Francesco Cappellini" Treviso; XXI° B.N. "Stefano Rizzardi" Verona; XXII° B.N. "Antonio Faggion" Vicenza.

EMILIA ROMAGNA: XXIII° B.N. "Eugenio Facchini" Bologna; XXIV° B.N. "Igino Ghisellini" Ferrara; XXV° B.N. "Arturo Capanni" Forlì; XXVI° B.N. "Mirko Pistoni" Modena; XXVII° B.N. "Virginio Gavazzoli" Parma; XXVIII° B.N. "Pippo Astorri" Piacenza; XXIX° B.N. "Ettore Muti" Ravenna; XXX° B.N. "Umberto Rosi" Reggio Emilia.

LIGURIA: XXXI° B.N. "Generale Silvio Parodi" Genova; XXXII° B.N. "Antonio Padoan" Imperia; XXXIII° B.N. "Tullio Bertoni" La Spezia; XXXIV° B.N. "Giovanni Briatore" Savona.

TOSCANA: XXXV° B.N. "Don Emilio Spinelli" Arezzo; XXXVI° B.N. "Benito Mussolini" Lucca; XXXVII° B.N. "Emilio Tanzi" Pisa; XXXVIII° B.N. "Ruy Blas Biagi" Pistoia; IXL° B.N. Siena; XL° B.N. "Vittorio Ricciarelli" Apuania; XLI° B.N. "Raffaele Manganiello" Firenze.

RAGGRUPPAMENTO BRIGATE NERE MOBILI: I° B.N. Mobile "Vittorio Ricciarelli" Milano; II° B.N. Mobile "Danilo Mercuri" Padova; III° B.N. Mobile "Attilio Pappalardo" Bologna; IV° B.N. Mobile "Aldo Resega" Dronero-Cuneo; V° B.N. Mobile "Enrico Quagliata" Val Camonica; VI° B.N. Mobile "Dalmazia" Milano ; VII° B.N. Mobile "Tevere" Milano; II° B.N. Mobile Arditi Milano.

BRIGATE NERE AUTONOME: B.N. Autonoma "Giovanni Gentile"; B.N. Autonoma Operativa "Giuseppe Garibaldi"; B.N. Autonoma Ministeriale; B.N. Autonoma Marche; B.N. Autonoma Gorizia; B.N. Autonoma Udine; B.N. Autonoma "Tullio Cividino" Trieste.

BRIGATE NERE AUTONOME OLTREMARE: Compagnia Complementare Fascisti a Rodi.

La storia della divisione Waffen SS Italia inizia l'indomani dell'8 Settembre. Il 9 settembre 1943 un reggimento di Camice Nere inquadrato su tre battaglioni di stanza a Praga agli ordini del console Paolo de Maria alla notizia dell'armistizio decide di proseguire a fianco dell'alleato la guerra e si mette a completa disposizione delle autorità militari tedesche venendo incorporati nelle Polizei-Freiwilligen-Verbande questo diventera' come vedremo in seguito il Miliz-Regiment e nel dicembre 1943 venne stanziato a Mestre. Per quanto questo fatto da noi sia poco conosciuto, gli italiani che dopo l'8 settembre 1943 entrarono a far parte delle SS furono circa 18.000. Cio' fu possibile nel quadro di un accordo sottoscritto da Mussolini con Hitler nel settembre-ottobre 1943, che contemplava la creazione di battaglioni della Milizia nel seno e alle dipendenze delle SS per la lotta antipartigiana. da questi battaglioni sarebbero dovuti sorgere due divisioni SS.

Dopo il Miliz-Regiment nell'ottobre 1943 venne costituito un altro nucleo a se stante con ex prigionieri italiani internati presso il presso il campo di prigionia di Feldstetten, reclutati dal maggiore Fortunato (ex comandante del XIX battaglione del 6° bersaglieri con il CSIR). Agli inizi di dicembre questo nucluo rafforzato con altri volontari incominciarono l'addestramento nella scuola speciale destinata alle SS tedesche a Debica in Polonia e venne denominata fin dall'inizio SS Bataillon Debica. Questa unita' nel marzo del '44 venne dislocata a Pinerolo e fu impegnata subito in azioni contro i ribell nella Val Pellice (operazione anti-partigiana "Sparber"), per rimanervi fino al 12 aprile 1944.

Nella seconda meta' di novembre del 1943 , a mano a mano che le unita' venivano formate il comando SS incomincio' a trasferirle in Italia, alle dipendenze dell'Alto Comando delle SS e capo della polizia, generale Karl Wolff.

I 13.362 uomini furono inquadrati in 14 battaglioni dislocati a: Milano (I, II, III Btg.), Torino (IV Btg.), Bologna (V Btg.), Cuneo (VI Btg.), Casale (VII Btg.), Como ((VIII Btg.), Lucca (IX Btg.), Trieste (X Btg.), Aosta (XI Btg.), a Ferrara il Btg. Ufficiali, a Vago in provincia di Varese la Compagnia Comando i rimanenti furono destinati in varie compagnie autonome.

Il 9 febbraio 1944 venne formata la Brigata d'assalto (1.Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen), agli ordini dell'SS-Brigadefiihrer Hansen. La Brigata d'assalto italiana era organizzata su due reggimenti (ognuno con tre battaglioni): Il 1 ° reggimento (I°, II° e III° batt.) fu posto agli ordini del colonnello Peghini mentre il 2° reggimento era invece agli ordini del colonnello Enzo Celebrano.

Il 17 marzo 1944 ci fu la prima azione della Brigata d'assalto.
Il II° battaglione del 1 ° reggimento denominato "Vendetta" partecipo' alla controffensiva tedesca contro gli angloamericani nel settore di Anzio e Nettuno.Qui tenne per 70 giorni il settore del Canale Mussolini, Borgo Podgora e Borgo Carso. Persero piu' del 50% degli uomini.
In fase di ripiego la Debica combatte' vicino Orbetello e al lago di Bolsena, mentre un'altro battaglione venne utilizzato contro gli alleati lungo la costa tirrenica. Il 16 luglio 1944 i superstiti vennero dislocati a Forlimpopoli in difesa della Linea Gotica per poi riprendere, durante la ritirata, la lotta contro i partgiani.

II 27 aprile 1944 la Brigata d'assalto italiana venne trasformata in Brigata italiana granatieri SS (Waffen Grenadier Brigade der SS) e il 10 maggio ne venne ridotto l'organico trasformando i reggimenti in due battaglioni.

Nel dicembre del 44 si unirono il "Debica" e il "Vendetta" per formare un kampfgruppe (gruppo di combattimento) con aggregati aggregati anche alcuni reparti della Waffen SS Turkestan (volontari di religione islamica). Il kampfgruppevenne venne denominato Binz con il comando a Piacenza e vennero dislocati in Val Nure e in Val Trebbia.

Il 9 marzo 1945, la Brigata SS italiana venne trasformata in una nuova divisione SS, diventando ufficialmente la 29a Divisione Waffen SS Italia

Ricapitolando la cronologia della denominazione dell'unita' fu:
- dal 09/09/1943 - Miliz-Regiment
-dal 09/02/1944 - I Brigata d'Assalto (1.Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen)
- dal 27/04/1944 - Ia Brigata Italiana Granatieri SS (Waffen Grenadier Brigade der SS)
-dal 09/03/1945 - 29a Divisione Waffen SS Italia (Waffen-Grenadier Division der SS (italienische nr.1))

Le Waffen SS Italiane operarono, a parte il fronte di Anzio, principalmente sul fronte interno con compiti di controguerriglia nella lotta contro i partigiani.

Il 12 giugno 1944 circondarono, insieme a reparti tedeschi e battaglioni della G.N.R, i monti del Verbano. Il rastrellamento termino' dopo diciotto giorni sterminando quasi completamente la resistenza.

Successivamente svolsero compiti di antiguerriglia nella valli del Piemonte soprattutto nella zona di Pinerolo, in Val Germanasca e nelle Valli Chisone e Susa. Dal 9 ottobre fino al 6 novembre '44 il Debica venne impegnato nell'operazione Strassburg, aggregato al Kampfgruppe Noweck, e all'operazione Worwarts contro le forze partigiane della repubblica della Val d'Ossola. II battaglione Debica, rastrello' i paesi e i boschi della Val Vigezzo fino al confine con la Svizzera, insieme a uomini della polizia tedesca, a reparti di fanteria della Wehrmacht, tre battaglioni della GNR e due compagnie della Decima Mas.

Dopo i rastrellamenti, il grosso della Brigata SS venne trasferita nel Comasco e dislocata in varie localita' della Brianza come ultima difesa nel "ridotto della Valtellina".

La resa dei vari battaglioni avvenne tra il 25 e il 30 aprile.





Bibliografia e Siti Web

Per ulteriori approfondimenti si consigliano i seguenti libri:

REPARTI CORAZZATI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943/1945
di P.Crippa
Marvia Ed. - 120 pp 82 foto in b/n, organigrammi ed insegne.

FORZE ARMATE DELLA RSI 1943-1945 'Forze di terra' di C.Cucut
Gruppo Modellistico Trentino - 223 pp con oltre 180 foto in b/n.



Come siti web si consiglia:
- Italia R.S.I.
- Il Duce




 

REPARTI CORAZZATI DELLA POLIZIA REPUBBLICANA e BRIGATE NERE
Articoli e sezione riveduta e corretta da Paolino "Barbarigo" Crippa ©

LEGIONE AUTONOMA MOBILE ETTORE MUTI

La Legione Muti si costituì il il 14 settembre 1943 con la denominazione di Squadra d'Azione Ettore Muti e fu comandata dal Colonnello (ex Sergente) Francesco Colombo detto Franco. Alle dipendenze del ministero degli Interni, la Legione avrebbe dovuto occuparsi in via esclusiva di controguerriglia, antiparacadutismo, antieversione, presidio, scorta di convogli ferroviari e protezione delle vite e dei beni dei fascisti repubblicani. La Muti era “per statuto” una formazione di volontari con ferma a tempo determinato quindi ad ogni smobilitazione doveva seguire un arruolamento, cosa che fu sempre molto costante dovute anche all'alta paga che i volontari ricevevano, si pensi che nell’agosto del 1944, un ardito aveva una retribuzione mensile, comprensiva di indennità, pari a lire 2120 contro le 360 che percepiva un soldato delle forze armate regolari, e un capitano arrivava alle 8525 lire a fronte delle 4100 di un pari grado dell’esercito.
Il primo nucleo fu costituito raggruppando le squadre d’azione “Folgore”, “Garibaldi”, “ Me ne frego”, “Nazario Sauro” che il Colombo aveva costituito precedentemente. Era protetta dal gerarca Farinacci e anche dal Prefetto Piero Parini. Il 2 luglio 1944 si riorganizzo' e venne istituita una nuova compagnia di supporto e venne data in comando al tenente Bonacina. Compito di questa nuova unita era quello di gestire tutti i mezzi della legione.

Il 29 luglio venne creato un plotone di mezzi pesanti agli ordini del capitano Bonomi, , mentre l'8 agosto 1944 nacque la Compagnia Mezzi Pesanti "Pietro Del Buffa" che incorporava la compagnia motorizzata e il già esistente plotone mezzi pesanti. Il suo compito era quello di fornire del fuocho d'appoggio alle unità d'attacco. Dalla visione di filmati ripresi durante la visita di Mussolini a Milano nel dicembre 1944 risulta che la Legione avesse un'ampia dotazione di mezzi da combattimento a quella data (autocarri Alfa Romeo armati con mitagliere, numerose bocche da fuoco, mitragliere montate su carrelli trainati da autocarrette, eccetera). Non e' possibile, allo stato attuale dare indicazioni esatte sulla consistenza dei mezzi a disposizione, possiamo supporre che bbe in forza i seguenti materiali:

- 2 carri armati leggeri L3/33 probabilmente gia' di proprieta' della Prefettura di Milano;
- 6 motocarri Guzzi armati con mitragliere da 20 mm;
- 10 motocarri Guzzi armati con mitragliere da 12,7 mm;
- 1 autocarro armato con mitragliera da 20mm;
- 1 cannone da 65/71;
- 2 cannoni anticarro da 47/2;
- 6 mortai da 81 mm;
- alcuni mortai da 45 mm.

Di sicuro i due piccoli blindati L3/35 presero parte a scontri a fuoco contro i partigiani in Piemonte (uno rimase in Valsesia con il distaccamento dei “mutini” per tutto l’autunno del 1944) e nel milanese. I due carri terminarono la loro carriera militare sotto le insegne della R.S.I. scortando la piccola colonna con cui Mussolini lasciò la prefettura del capoluogo lombardo la sera del 25 aprile 1945 diretto a Como.

Questi L3 era verniciati in grigioverde con lo scudetto della Legione (solo profilo) e la scritta “SIAM FATTI COSI” in bianco sul fronte della casamatta; teschio con pugnale tra i denti sui fianchi della casamatta.
Lo scudetto portato da tutti gli appartenenti alla Muti sulla manica sinistra all'altezza della spalla, era riprodotto su scala piu grande su tutti i veicoli escluse le biciclette e le moto della Legione. Lo scudetto aveva forma pentagonale con la punta rivoltata in basso e su fondo blu era presente in bianco nella parte superiore dello scudetto un motivo araldico rapresentante due pugnali incrociati dei battaglioni Camice Nere d'assalto con un fascio republicano al centro, il fascio republicano era caratterizzato per avere l'ascia sulla sommita'. Sotto il motivo araldico vi era la dicitura "Legione Autonoma Mobile" in caratteri piccoli e "Muti" piu sotto in grande poi ancora in caratteri piccoli "Milano".

Nel febbraio 1945 furono formate con una parte degli arditi della compagnia mezzi pesanti 3 nuove compagnie: una Compagnia Mortai da 81 "Maggi", una Compagnia Mitragliatrici da 20mm "Da Broi" e una con pezzi d'artiglieria di vario calibro "Lucchesi". La compagnia fu sciolta il 28 aprile a Como.

Secondo la monografia di Griner sulla "Muti" viene fornito questo organigramma della Compagnia Comando della Legione:

- sezione carri con 3 carri armati;
- sezione anticarro con 3 pezzi;
- sezione autoblindo su 3 blindati;
- sezione lanciafiamme con 3 lanciafiamme;
- sezione mortai su tre pezzi da 45mm;
- sezione mitragliatrici su 6 pezzi;
- sezione collegamenti.

Il 25 aprile le forze della Legione operanti in Piemonte riuscirono a rientrare a Milano al comando del Vice-Comandante Ten.Col. Ampelio Spadoni, per cercare di trattare la resa ma fu invece catturato insieme ai suoi uomini, la stessa sorte tocco due giorni dopo anche ai reparti operanti a Milano comandati da Colombo, il quale fu ' fucilato il giorno dopo.

Uniformi

I militi della "Muti" usavano portare al polso un bracciale con la placchetta, coniata in metallo di guerra ( zama ) e recante il simbolo e il motto della Legione.

Per ulteriori approfondimenti sulle uniformi della "Muti" e della R.S.I si ricorda di visitare la sezione apposita curata da Paolo Crippa.

Italia BATTAGLIONE D'ISTRUZIONE DI POLIZIA

- 1 autoprotetta SPA targata "Polizia 006"

Per ulteriori approfondimenti sulle si ricorda di visitare la sezione apposita curata da Paolo Crippa.

Italia ISPETTORATO SPECIALE POLIZIA ANTIPARTIGIANA

- 1 SPA Dovunque
- 1 autoblinda non identificata
- 2 FIAT 1.100 civili blindate

Per ulteriori approfondimenti sulle si ricorda di visitare la sezione apposita curata da Paolo Crippa.


I BRIGATA NERA ATHER CAPELLI - TORINO



La I Brigata Nera "Ather Capelli" si formo'a Torino il 19 luglio 1944 e opero' in città e nelle provincia, nella lotta contro i partigiani. Fu impiegata la prima volta il 18 settembre nella zona di Rondissone dove per quasi un mese combattè contro la Brigata Partigiana "Garibaldi-Valle" rei di aver assassinato il Capo della Provincia Raffaele Manganiello. Rientrato dall'operazione prense parte alla liberazione di Alba.
Il distaccamento di Pinerolo invece nel novembre 1944 insieme ai tedeschi liberò un campo di prigionia dove vi erano reclusi militi delle SS italiane.

Il 28 aprile 1945, con Torino oramai in mano ai partigiani, vennero circondati e catturati. Il loro comandante Giuseppe Solaro verra' catturato e impiccato

La Brigata Nera “Ather Capelli” di Torino abbe almeno un FIAT 626, verniciato in giallo sabbia, cosi' come unautocarro SPA Dovunque 35 protettoe e un blindato armato di mitragliera in torretta girevole, realizzato artigianalmente sul telaio di un autoveicolo non identificato (vedi foto).
II BRIGATA NERA "ATTILIO PRATO" - ALESSANDRIA

- 1 autocarro blindato artigianalmente


XIII BRIGATA NERA "MARCELLO TURCHETTI" - MANTOVA

- 1 carro medio M11/39 (usato nel corso dell’operazione “Nachtigal”, si trattava quasi certamente di un mezzo utilizzato dalla 1ª Legione GNR di Frontiera in appogio ai reparti impiegati nell'operazione).


XXVIII BRIGATA NERA "PIPPO ASTORRI" - PIACENZA

1 autocarro Lancia 3 RO blindato artigianalmente dall'Arsenale di Piacenza (ricevuto dalla GNR).


XXXVI BRIGATA NERA "BENITO MUSSOLINI" - LUCCA

La XXXVI Brigata Nera “Mussolini” di Lucca, resa celebre dai fatti di Dongo aveva nel suo autoparco, secondo la testimonianza dell’attendente del comandante, un autocarro 626 armato con una mitragliera binata da 38 mm nel cassone. La "Mussolini” fu la prima Brigata Nera ad essere costituita, in base ad un accordo personale tra il comandante Utimperghe e Pavolini, segretario del Partito Fascista Repubblicano. La Brigata Nera operò in Garfagnana con la divisione tedesca “Hand Granade”, nel modenese, nel piacentino ed infine in Piemonte, a partire dal gennaio 1945. Trasferita a Milano negli ultimi giorni di guerra, seguì la sorte di Mussolini e dei gerarchi a Como.

Nelle sue file ebbe pure :
- 1 autocarro Lancia 3RO blindato artigianalmente (reso celebre dai fatti di Dongo);
- 1 autovettura FIAT 1500 semiblindata.


I BRIGATA NERA MOBILE "VITTORIO RICCIARELLI" - MILANO

La 1° Brigata Nera Mobile fu costituita a Milano nella seconda metà del 1944 e
mantenne la propria sede nel capoluogo lombardo fino al termine della guerra. Partecipò ad azione partigiane in Piemonte ed in Lombardia, già durante l’estate del ’44. Almeno un FIAT 626 faceva parte del parco macchine della “Ricciarelli”, dipinto in giallo sabbia e mimetizzato con strisce presumibilmente di colore verde.


III BRIGATA NERA MOBILE "ATTILIO PAPPALARDO" - BOLOGNA

A Bologna Franz Pagliani costituì la brigata mobile "Pappalardo", protagonista di un evento unico nella storia della seconda guerra mondiale: la brigata infatti fu cacciata da Bologna dal comandante della 14 Armata tedesca Frido von Senger und Etterlin perché accusata di essere troppo violenta e composta da delinquenti!
Lo stesso comandante convoò il 21 dicembre i vertici del fascismo bolognese, rinfacciando alle brigate nere di operare al di fuori di qualsiasi legalità. Anche il superiore dei Domenicani padre Acerbi, in contatto con i dirigenti della Resistenza, sollecita in un colloquio con Mussolini a Gargnano l'intervento diretto del Duce per far cessare il terrore a Bologna. Il 28 gennaio successivo vengono allontanati Franz Pagliani, organizzatore della brigata Pappalardo, considerato "l'anima nera" della città, il federale Torri e il questore. Il capitano Tartarotti, capo di una tristemente famosa squadra speciale di polizia, aveva già lasciato Bologna da alcune settimane.
Cionostante contribuì validamente ad assicurare la transitabilità delle strade dell’Emilia, divenute, ormai, retrovie del fronte.
Il 17 marzo del 45 la Brigata trasferita di stanza a Concordia, conduce un vasto rastrellamento nella zona della bassa modenese, con epicentro a Rovereto, dove avviene uno scontro con forze partigiane. Le truppe tedesche e fasciste, provenienti da Carpi e da Mirandola, setacciano la zona alla ricerca dei nuclei partigiani che negli ultimi giorni si erano fatti sempre più audaci. Lo scontro ha inizio dopo che reparti tedeschi e fascisti avevano superato il ponte Pioppa e qui furono presi d'infilata dalle formazioni partigiane che si erano attestate in attesa del loro arrivo: vi fu una reazione violenta e si accese un combattimento di una certa consistenza, che però non raggiunse quelle dimensioni di battaglia campale che si vuol far credere nella storiografia partigiana. La "battaglia di Rovereto" o il "giorno più lungo" nella storia della guerriglia partigiana nella zona,non e' altro che un breve combattimento e, le perdite nazifasciste, come si racconta sono, come al solito, esagerate e fuori dalla realtà. Cito qui una parte del libro di A. Ribaldi: "Il combattimento di Rovereto sul Secchia" -  "Durante le operazioni rimasero uccisi settanta tra tedeschi e fascisti, tra cui un colonnello della Wermacht. Dei nostri ne caddero cinque."
In questa azione pare ci fossero anche due autoblinde in azione.

All'interno della Brigata fu costituita una compagnia corazzata, soprannominata
"I TUPIN", al comando del capitano Tortonesi, dotata sicuramente di alemno un autocarro blindato artigianalmente e, secondo alcune fonti, di un paio di AB41.

29ª WAFFEN GRENADIER DIVISION - SS ITALIANE

La Legione SS italiane, dipendente dalle Forze Armate germaniche, disponeva di numerosi camion FIAT 626 e Lancia 3RO, dipinti in giallo sabbia (probabilmente le targhe erano
tedesche WH della Wehrmacht, SS o POL; spesso sulle portiere erano dipinte in nero le rune). Alcuni di questi autocarri erano utilizzati dall’autodrappello della Legione per il trasporto degli obici Skoda da 75/13 in dotazione al reparto di artiglieria; gli obici venivano posizionati sul cassone dell’autocarro. La 29° Legione SS Italiane, dopo un periodo di addestramento, fu impegnata in Piemonte in operazioni ntiguerriglia e, dall’agosto del 1944, fu concentrata nel comasco; alcuni suoi reparti furono dislocati sul fronte sud nel piacentino. Due suoi battaglioni (Vendetta e Debica) combatterono contro gli Alleati sul fronte di Anzio. La Legione si sciolse tra il milanese ed il comasco in seguito all’insurrezione partigiana, dopo aver combattuto sino all’ultimo.


Per ulteriori approfondimenti sulle uniformi di questa Legione si ricorda di visitare la sezione apposita curata da Paolo Crippa.