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AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA

Anche l’Aeronautica Nazionale Repubblicana ebbe i suoi reparti terrestri, di questi i piu’ significativi furono i reparti paracadutisti , la cui nascita trae origine dai diversi eroici nuclei di paracadutisti del R.E.

Verso la fine del 1943, migliaia di volontari confluirono nelle file della ricostituita forza paracadutista della R.S.I. Per l'addestramento furono inviati a Spoleto, presso la 4a Fallschirmjäger Division tedesca che, insieme al Comando dell'11° Flieger Korps, fornirono i quadri istruttori ed il personale d'inquadramento per la Scuola.
I 1.200 tra paracadutisti e allievi vennero suddivisi in due battaglioni di otto compagnie, plotone comando, servizi, trasporti e sanità.

Il 1° dicembre 1943 nacque anche la Scuola Paracadutisti della Repubblica Sociale Italiana a Tradate, al comando del Ten. Col. Edvino Dalmas.

Il Raggruppamento era composto dal Comando, Deposito, Servizi, Centro Istruzione Paracadutisti ed i reparti: Cp. Piloti, Cp. Alianti d'Assalto, Cp. Paracadutisti anziani, il Btg. Allievi paracadutisti. A partire dal 15 gennaio 1944 sara' denominato Battaglione Azzurro.
Il battaglione era composto su cinque compagnie, Cp. Comando, 9ª, 10ª, 11ª, 12ª.
Il 23 marzo 1944 il Raggruppamento Arditi Paracadutisti giuro' fedeltà alla R.S.I.

Il 27 aprile 1944 il Ministero delle Forze Armate della R.S.I. costitui’ il Reggimento paracadutisti "FOLGORE" su tre battaglioni e 14 compagnie mentre il Comando passo' all'ANR.

Il Reggimento paracadutisti "FOLGORE" (Ten. Col. Dalmas, ) era cosi’ formato:

• 1° Battaglione "NEMBO" (ex 12° Btg. "NEMBO") ( Magg. Rizzatti) con Cp. Comando, Cp. 1a, 2a, 3a, 4a, Plotone Pionieri e Plotone Collegamenti;

• 2° Battaglione "FOLGORE" (ex 3° Btg. "NEMBO" + 20° Btg. "CICLONE") su Cp. Comando, Cp. 5a, 6a, 7a, 8a, Plotone Pionieri e Plotone Collegamenti;

• 3° Battaglione "AZZURRO", su Cp. Comando, Cp. 9a, 10a, 11a, 12a, Plotone Pionieri e Plotone Collegamenti.

Il reggimento entrò in linea al fronte l'1 giugno '44 a Castel di Decima. Il 10 giugno 1944 inizia il trasferimento verso Firenze.

Il 30 gennaio 1945 il comando verrà assunto dal Maggiore Edoardo Sala poiche' Delmas assumerà di nuovo il comando del Raggruppamento.

Nell'agosto 1944 il Reggimento "FOLGORE" fu inserito nel Raggruppamento Arditi Paracadutisti con compiti operativi, con la denominazione Reggimento Arditi Paracadutisti A.N.R.. sotto il comando del Ten. Col. Dalmas.

Nella primavera del 1945 fu costituito un secondo Reggimento Arditi Paracadutisti, denominato "NEMBO", composto dai Battaglioni Paracadutisti "CICLONE" e "FULMINE", sui Battaglioni Guastatori - Aliantisti Aviotrasportati "AQUILA" e "TURBINE" e su un Gruppo Leggero di Artiglieria Contraerei - Controcarri "URAGANO", composto da batteria c/c da 47/32, una batteria c/a media da 37/54, una batteria c/c leggera da 20/65 integrata da mitragliere SAFAT.

Nella realta’, alla fine della guerra, risultarono tutti ancora in fase di costituzione.

BATTAGLIONE NEMBO
Il XII battaglione Nembo ammutinato in Sardegna si imbarcò per la Corsica e quindi sbarcò a Pisa. In seguito si stabilì a Pistoia. Le successive azioni di questa unità non sono univoche. Secondo Sivio Bertoldi nel volume "Soldati a Salò", il battaglione "Nembo" combattè sul fronte di Nettuno assieme al battaglione "Barbarigo" e proseguì poi la lotta difensiva al seguito della 10ª Armata tedesca. Secondo altre fonti (Pisanò) il battaglione paracadutisti "Nembo", nel marzo 44 lasciò Spoleto e raggiunse il fronte il 20 maggio presso Acilia (Roma).

Si articolava su otto compagnie paracadutisti e una compagnia armi d'accompagnamento.

BATTAGLIONE "FOLGORE".
Formato coi reparti del disciolto reparto III/185° a Spoleto il 19 marzo '44. Il 20 maggio si trasferì al fronte a sud di Roma, subendo gravi perdite. Alla fine di giugno raggiunse Varese e si pose in ricostituzione.
Il Reggimento "FOLGORE", reduce dal fronte di Roma, tornò in zona operativa nel mese di settembre quando, a organici ricostituiti, fu trasferito in Piemonte e passò alle dipendenze dell'Armata Liguria.

Con il compito di presidiare il fronte alpino occidentale minacciato dallo sbarco alleato nel sud della Francia il "FOLGORE" venne schierato nella zona del Monginevro a fianco della Div. Alpina "MONTEROSA" e della 5a Alpenjager Div. tedesca, e successivamente passò nel settore del Moncenisio e del Piccolo San Bernardo. Per tutto l'inverno si impegnò in azioni di ricognizione e di pattugliamento partecipando ad attivita' antipartigiane.

Alla fine della guerra il Reggimento "FOLGORE" fu dislocato in Val d'Aosta lungo l'arco alpino.

Il “Folgore” aveva alcuni FIAT 626 dipinti in grigioverde, da come si evince da alcune fotografie scattate nel corso delle operazioni in Valle d’Aosta.

Si arrenderà onorevolmente alle forze americane solo il 6 maggio 1945 a St. Vincent (Aosta).




Bibliografia e Siti Web


Per ulteriori approfondimenti si consigliano i seguenti libri:

REPARTI CORAZZATI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943/1945
di P.Crippa
Marvia Ed. - 120 pp 82 foto in b/n, organigrammi ed insegne.

FORZE ARMATE DELLA RSI 1943-1945 'Forze di terra' di C.Cucut
Gruppo Modellistico Trentino - pp 223 con oltre 180 foto in b/n

I PARACADUTISTI ITALIANI 1937-45
DI G. Lundari,
E.M.I. – serie "De Bello" - 104 pp (a colori e in b/n)

Bellissime le tavole uniformologiche di Pietro Compagni, incluse nel libro.

 

  I volontari italiani nella 2ª Fallshirmjager Division
di D.Guglielmi articolo apparso sulla rivista "Storia Militare".
  MEMORIE DI UN GIOVANE FASCISTA
di Emilio Pagani (classe 1922), trascritte da Daniele Burini.

Come siti web si consigliano :
- Italia R.S.I.
- Il Duce
- Associazione Nazionale "Nembo"
- Congedati Folgore










 
Reparti italiani nella 2ª Fallschirmjger Division "Ramcke"
Costituita in Bretagna nel febbraio del 43, La divisione è formata da 2° Fallschirm-Jäger-Regiment e il II. /Fallschirm-Artillerie Regiment-1. Furono integrate in seguito altri due nuovi reggimenti di divisione, il 6° e il 7° Fallschirm-Jäger-Regiment.
E' da ricordare che la 1ª compagnia del 7° FJR partecipo' alla liberazione del Duce, infatti la divisione a giugno fu spedita in Italia inizialmente a guardia guardia la costa tra la foce del Tevere e Tarquinia. Il 9 settembre prese il controllo il controllo di Roma e ad essa si aggregarono anche nuclei di para' italiani quali:

- 12° Btg. della Div. Nembo (Maggiore Rizzatti);
- 3° Btg. della Div. Nembo (Maggiore Rizzatti);
- Arditi distruttori del Battaglione "ADRA"
- Arditi del X° Reggimento "Arditi" con la 121ª e 131ª (Paracadutisti), 112ª e 122ª (Camionettisti)
- la Compagnia d'Abundo
- Para' del 20° Btg. Ciclone con le compagnie 58ª e 60ª

Dopo gli scontri con gli angloamericani in Sicilia e Calabria i resti del Btg. Nembo e piu' precisamente il III del 185° Rgt, decisero di unirsi alla 29ª Panzer Grenadier Div. durante il ripiegamento verso Salerno, dove furono impiegati nel settore Altavilla-Persano. Il 14 settembre furono aggregati ad un reparto di sicurezza della 1ª F.sch.J. Div. combattendo in retroguardia fino in Abruzzo. Qui passarono alla 2ª F.sch.J. Div. efurono schierati a Ladispoli con compiti antisbarco.

Furono inseriti sempre nella 2ª F.sch.J. Div. anche i camionettisti del capitano Paris e la compagnia del capitano d'Abundo (2° e 7° Rgt.), dapprima come gruppo eplorante nel settore adriatico e in seguito, come potrete leggere nell'articolo a loro dedicato, in Russia. quando la 2ª F.sch.J. Div. vi si traferi' con due soli regimenti (2° e 7°).

IL X REGGIMENTO ARDITI

Per poter diisporre di personale particolarmente addestrato ed equipaggiato, idoneo a svolgere azioni di guerra non convenzionale oltre le linee nemiche, anche lo Stato Maggiore, seppur in ritardo rispetto agli inglesi, emanò un Foglio d’Ordini per la costituzione di un "Battaglione Speciale".
Il 15 maggio 1942, ai sensi di quanto disposto dalla circolare dello Stato Maggiore Esercito n. 0032340/3 del 26 aprile 1942, fu costituito il primo di questi battaglioni che fu denominato il 1 ° Battaglione Speciali Arditi.

Il Battaglione, posto agli ordini del Col. Renzo Gazzaniga, con il Ten.Col. Carlo Bersani vice comandante, era articolato in:

- 101ª compagnia Arditi Paracadutisti con 9 pattuglie;
- 102ª Arditi Nuotatori
- 103ª Arditi Camionettisti

L’11 agosto fu disposta la costituzione del 2° Battaglione a Santa Severa (sede addestrativa), con la creazione della 111ª compagnia paracadutisti, 112ª compagnia nuotatori e 113ª compagnia camionettisti (poi denominata 120ª Cp.). Venne posta al comando del magg. Marcianò. Il 15 settembre successivo l’unità assunse la denominazione ufficiale di "X Reggimento Arditi".
Le compagnie camionettisti svolsero tutto il periodo di istruzione a Santa Severa mentre le altre a Tarquinia (paracadutisti) e Pola (nuotatori).

Il 18 gennaio 1943, il 1° Battaglione con eslusione del 103° si trasferisce in Sardegna, dove diedero vita al distaccamento S, articolato su 9 pattuglie della 101ª compagnia paracadutisti e 9 della 102ª compagnia nuotatori.

Il 1° marzo del '43 fu costituito anche un 3° Btg. con al comando il magg. Riccitelli, esso era composto dalla 121ª, la 122ª e dalla 123ª sempre rispettivamente paracadudutisti, nuotatori e camionettisti. In seguito il comando del 3° Btg. passò al magg. Abeltino.

Il 1 ° luglio, dello stesso anno, si diede l'avvio alla costituzione del 4° Battaglione con sempre su tre compagnie.

Il reparto, caratterizzato dalle fiamme azzurre, opera alle dirette dipendenze dell'Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore.

I camionettisti della 103ª Compagnia furono impiegato in operazioni di pattugliamento, ricognizione nonche' in azioni di sabotaggio in Tunisia.

La più grossa azione si svolse nel giugno del '43, quando i paracadutisti del 10° Rgt. in collaborazione con gli uomini dell'A.D.R.A. ‑ Arditi Distruttori Regia Aeronautica furono destinati a compiere un’operazione a vasto raggio di sabotaggio in Nordafrica. Purtroppo per loro fu un disastro a causa dei forti venti e di una spiata, Questi avrebbero dovuto attaccare e distruggere gli aeroporti di Benina, Bengasi, di Oulmene (Algeria), di Castelbenito (Tripoli) e di La Senia, dove vi erano stazionati i velivoli angloamericani in attesa di essere impegnati in Sicilia, ma il nemico era pronto ad attenderli, già al corrente non solo della loro venuta ma addirittura dei loro nomi.

Poco prima dello sbarco in Sicilia gli Arditi furono destinati in Sicilia e in Sardegna, in quanto si riteneva possibile uno sbarco alleato anche su quest'isola. Le pattuglie presenti sul territorio siculo espletarono un'attivita' prevalentemente antiparacadutista.

Dopo la proclamazione dell'armistizio alcuni si adeguarono alle clausole dell’armistizio, altri continuarono invece a combattere a fianco dell’ex alleato tedesco.

Il I battaglione dislocato in Sardegna, si riordinò nel 1944 in IX Reparto d'Assalto e partecipò alla Guerra di Liberazione inquadrato nel Gruppo di Combattimento "Legnano". Il 1° agosto 1946, il reparto si sciolse.

Il II battaglione, che aveva duramente combattuto a fianco della 1ª Divisione paracadutisti germanica nella Piana di Catania e a Primosole sul Fiume Simeto, fu traghettato in Calabria con motozattere tedesche e risalì la penisola fino a S.Marinella per riorganizzarsi. In quella sede, l’unità fu sorpresa dall’Armistizio dell’8 settembre.

Un gruppo, di Arditi Camionettisti aderirono invece alla R.S.I. continuando la lotta a fianco dei tedeschi, come avrete occosione di leggere nell'articolo sottostante di Paolo Crippa.
Altri invece furono inviati a Grafenwhor in Germania dove vennero addestrati ed assunsero la fisionomia di Gruppo Esplorante della Divisione di Fanteria di Marina "San Marco". Il II battaglione venne denominato III Gruppo Esplorante rientrò in Italia a fine luglio 1944 e si batté fino al 30 aprile 1945.

GLI ARDITI CAMIONETTISTI DEL CAPITANO PARIS
di Paolino "Barbarigo" Crippa ©

Nella tarda primavera del 1943 in Italia si trovavano due Battaglioni del Reggimento “Giovani Fascisti”; si trattava di giovanissimi veterani di Bir El Gobi, i più anziani dei quali avevano 19 anni (rimpatriati dall’Africa per le ferite riportate o perché avevano contratto la malaria nell’oasi di Siwa), inquadrati nell’XI Battaglione e di reclute che componevano il VI Battaglione.
Dopo la seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 23 luglio, che decretò la caduta del regime mussoliniano, il Ministero della Guerra intimò lo scioglimento del Reggimento; un gran numero di “ragazzi” chiese ed ottenne di potersi arruolare nel celebre X Reggimento Arditi, con la speranza di potere ancora contribuire allo sforzo bellico.

Fu così formata la 133 Compagnia Camionettisti d’Assalto, forte di 6 camionette Sahariane AS42 del modello metropolitano (7 secondo altre fonti), ciascuna armata con mitragliere Breda 35 e con un equipaggio di 9 uomini.

L’Armistizio colse di sorpresa il X Arditi che fu, di fatto, sciolto dal Comando; i Giovani Fascisti, nello sbandamento generale, lasciarono la sede di Santa Severa alla volta della Capitale, nella speranza di incontrare qualche altro reparto deciso a non cedere alle clausole armistiziali. Giunti a Roma il 18 settembre, i Camionettisti entrarono in contatto con la 2. Fallshirmjager Division “Ramke” e riuscirono a farsi accettare tre gli effettivi dell’unità.
In un primo momento i Giovani Fascisti furono impiegati per mantenere l’ordine pubblico nell’Urbe e per vigilare sulla sede dell’EIAR, garantendo il funzionamento dell’Ente radiofonico. L’intera Divisone si trasferì a Castel di Decima, presso la tenuta reale di Castel Porziano dove l’organico fu integrato da altri Arditi e Giovani Fascisti.

Complessivamente furono 107 i Giovani Fascisti che seguirono volontariamente il destino della “Ramcke”.

Il Gruppo, al comando dal capitano Paris, fu organizzato su due sezioni, ad ognuna delle quali fu assegnato un tenente tedesco con funzione di interprete, e fu denominato “Gruppo Arditi Camionettisti Italiani”.
Per circa un mese il Gruppo fu sottoposto ad un intenso ciclo di addestramento, secondo gli standard germanici, e alla fine di ottobre iniziò il trasferimento della Divisione sul fronte orientale. Agli Arditi toccò così un lungo ed estenuante viaggio via ferrovia, camionette al seguito, rallentato dalla cattiva condizione della rete ferroviaria e dai frequenti bombardamenti alleati.

Gli Arditi italiani ricevettero uniformi della Luftwaffe, ma, accanto a gradi ed insegne tedesche, continuarono ad indossare il fregio degli arditi sulla manica sinistra ed il distintivo dei Giovani Fascisti al petto, per concessione del Comando della Divisione.

Giunti in U.R.S.S. a Zhitomir a metà novembre, gli Arditi ebbero il battesimo del fuoco a fine mese, a circa 40 km da Kiev, dove contrastarono i tentativi russi di sfondare le linee tedesche. A metà dicembre i Camionettisti seguirono due Compagnie di Paracadutisti e furono trasferiti in aereo a Kirovograd, senza veicoli, per fermare l’avanzata russa nella zona. Raggiunti dal resto della Divisione (e dalle inseparabili Sahariane), gli Arditi furono suddivisi in 4 pattuglie, assegnate ad altrettante Compagnie di Paracadutisti, cessando di operare come unità organica.
I Camionettisti furono così impegnati in retroguardia e con compiti difensivi; a febbraio 1944 nella zona di Perwonaisk il reparto lamentò i primi caduti e la perdita di alcune AS42, nel corso si scontri con truppe tartare e mongole. Dopo duri combattimenti a Olscanka, Jusefpol e Tchaussowo, la Divisione si spostò in un’ansa del fiume Dnjestr, impegnandosi duramente contro una testa di ponte sovietica. I paracadutisti e gli arditi continuarono a combattere per tutta la durata del ripiegamento, perdendo mano a mano tutte le camionette. Questi veicoli, nati per la guerra di movimento in zona desertica, furono messi a dura prova da un terreno diverso da quello per cui erano nate e da condizioni climatiche avverse, dando comunque buona prova di sé e dimostrando di essere un buon prodotto dell’industria italiana.

I Camionettisti si comportarono sempre con grande coraggio e fornendo esempi di fratellanza e lealtà nei confronti dei tedeschi, prodigandosi anche verso feriti e morenti, come nel caso dell’ardito Obdon Verri, che trasportò a dorso di mulo l’interprete tedesco del suo nucleo Franz Main per più di 20 km.

La Divisione si riunì in Romania a Galati: molti Arditi riuscirono a ricongiungersi ai commilitoni, dopo aver camminato a lungo per la perdita dei veicoli, solo a prezzo di grande fatica e con mezzi di fortuna. I Russi penetrarono però anche in territorio rumeno e la “Ramke” riuscì a ricacciare i sovietici al di là del fiume Prett dopo una sanguinosa battaglia, nel corso della quale furono fatte centinaia di prigionieri e recuperati materiali bellici.

Alla fine di aprile, grazie all’arrivo di reparti di rincalzo, la Divisione fu avviata a Vahn, vicino a Colonia e fu concessa una licenza premio di 40 giorni ai Giovani Fascisti per il grande valore dimostrato, licenza che non potè essere però goduta dagli Italiani residenti nelle zone già occupate dagli Angloamericani. Il 13 giugno 1944 la Divisione venne trasferita in Francia, per contrastare gli Alleati sbarcati in Normandia, combattendo così a Carhaix, Landerneau e sui monti d’Arree; diversi italiani persero la vita negli scontri.
Ritiratisi nella zona di Brest, i Giovani Fascisti superstiti operarono con ardite puntate notturne di sabotaggio dietro le linee americane, attaccando molto spesso all’arma bianca per sfruttare il fattore sorpresa. La Divisione infine ripiegò definitivamente all’interno della città di Brest, dove la lotta continuò quartiere per quartiere fino al 20 settembre, quando fu ricevuto l’ordine di resa. Nel corso di 12 mesi di combattimenti il Gruppo Arditi Camionettisti Italiani ebbe 19 caduti, 26 feriti e 5 arditi dovettero rientrare in Italia per le gravi ferite riportate.

I superstiti, catturati dagli Americani in Francia, furono inviati in Gran Bretagna ed internati in un campo nei pressi di Londra, da dove fecero ritorno in Patria solo nel luglio del 1946, più di un anno dopo la fine del conflitto.