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Centro Documentazione Modellistica

Italia
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II
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Articoli di approfondimento


Serie di articoli di approfondimento in formato pdf.

   
   



ESERCITO NAZIONALE REPUBBLICANO

Come e' noto con la liberazione di Mussolini dalla prigionia del Gran Sasso, avvenuta il 12 settembre 1943 e il suo ritorno al potere, l’ex Partito Nazionale Fascista (P.N.F.) assunse la denominazione di Partito Fascista Repubblicano (P.F.R.).
Come si sa dopo la liberazione del Duce al Gran Sasso (12 settembre '43), lo stesso venne ricevuto e accolto dal Führer in Germania. Durante questo soggiorno Mussolini e Hitler concordarono (convegno di Klessheim) la formazione di un nuovo esercito fascista, annunciandolo da Radio Monaco il 18 settembre.
Mussolini tornò in Italia e il 27 settembre si riunì il per la prima volta il governo del futuro Stato Nazionale Repubblicano che prendera la denominazione di Partito Fascista Repubblicano (P.F.R.). In questa riunione fu nominato ministro delle Forze Armate il maresciallo Rodolfo Graziani e si misero le basi per la ricostruzione dell'esercito.
Ufficialmente fu costituito il 25 novembre 1943.

Fin dal settembre il territorio fu suddiviso e organizzato in Comandi Militari Regionali (CMR) e Comandi Militari Provinciali (CMP).
I CMR furono 11:

200° Roma - 201° Firenze - 202° Bologna - 203° Padova - 204° Trieste
205° Milano - 206° Torino - 207° Perugia - 208° Macerata - 209° Chieti - L'Aquila - 210° Alessandria

Ogni C.M.R. constava di un Comando, un Quartier Generale con una Delegazione di Intendenza e una Compagnia (in alcuni casi un Battaglione) Regionale. Ogni Provincia ebbe un CMP con un proprio Quartier Generale, una compagnia (o un battaglione) provinciale e il distretto militare.

Con parecchi sforzi alla fine di dicembre vennero arruolati c.a. 250.000 soldati tra volontari, coscritti e con reduci recuperati da campi di prigionia tedeschi dove si erano loro malgrado trovati dopo l'8 Settembre.
L'addestramento lo effettuarono, in base agli accordi presi tra il gen. Keitel e il maresciallo Graziani, in Germania per l'addestramento dove furono costituite le quattro divisioni:

- I Divisione "Italia",
- II Divisione "Littorio",
- III Divisione "San Marco",
- IV Divisione "Monte Rosa".

Ogni divisione contava di 14-16.000 uomini, ad eccezione della Monterosa che ne contava circa 20.000.

L'organico di ogni divisione, oltre che dal Comando, era formato da:

- 2 Rgt. formati da 3 Btg. ciascuno;
- 1 Cmp anticarro;
- 1 Rgt. di artiglieria formato da tre Gruppi da 75 e uno da 105;
- 1 Btg. Pionieri;
- 1 Gruppo esplorante formato da due squadroni leggeri e 1 dotato di armi pesanti di accompagnamento, antiaeree e anticarro;
- 1 Btg. Collegamenti;
- 1 Btg. Trasporti;
- 1 Btg di truppa di Intendenza.

La I Divisione "Italia" fu addestrata a Heuberg nel Wurttemberg e in Italia fu schierata fra Parma, Fidenza e Salsomaggiore per poi spostarsi, nel gennaio in Garfagnana dove dara' il cambio ai reparti della Monterosa (ad eccezione del Btg. “Intra”) e della San Marco. Durante il ripiegamento fece base a Medesano, dove si arresero.



La II Divisione "Littorio" fu addestrata a Sennelager in Turingia e in Italia, agli inizi di dicembre, spazio' su tutto il fronte delle Alpi occidentali in collaborazione con i Bgt. Alpini e d’Artiglieria da Montagna della "Monterosa". Tenne tutte le posizioni combattendo, sui confini piemontesi e aostani, contro le truppe americani e francesi degaulliste.



La III Divisione Fanteria di Marina "San Marco" fu addestrata a Grafenwohr in Sassonia. Al suo interno ci furono molti volontari IMI provenienti dai Lager. Il grosso della divisione, in Italia, fu dislocata in difesa della Liguria da Arenzano a Capo Berta mentre il II/6° Rgt. fu dislocato in Garfagnana a fianco della Monterosa mentre il III/5° Rgt. all'Abetone dove rimase combattendo fino alla fine del conflitto.


La IV Divisione Monterosa fu addestrata a Munzingen nella Foresta Nera. Inizialmente nel suo organico vi erano 2 Rgt. con i battaglioni Aosta, Bassano e Intra, Brescia, Morbegno e Tirano piu' il battaglione complementi Ivrea. In seguito, entrarono a far parte della divisione: il battaglione Cadore; il 1° reggimento artiglieria (Aosta, Bergamo e Vicenza e Mantova) e il gruppo esplorante divisionale composto da bersaglieri. Verso la fine di luglio rientro' in Italia per essere dislocata in Liguria a difesa delle Alpi. Il 1° reggimento proteggeva da Nervi a Sestri Levante con i battaglioni Aosta, Bassano e Intra mentre il 2° regg. da Sestri Levante a Levanto con i battaglioni Tirano, Morbegno e Brescia.
Quando i tedeschi cedettero in Provenza una parte del Monterosa presidio' i valichi alpini mentre altri battaglioni vennero trasferiti in difesa della Linea Gotica in Garfagnana. Qui con il Btg. Intra in testa, attaccarono gli alleati costringendoli alla ritirata. In questa operazione combatterono di concerto con i tedeschi del 1° e 2°.Btg./285 Rgt. Granadier della 148 Infanterie Division di montagna.
In seguito allo sfondamento della Linea si ritirarono combattendo continuamente sino a trovarsi il 28 aprile nella sacca di Fornovo e molti furono catturati dai partigiani.

La fine politica della RSI avvenne la sera del 25 aprile 1945 nella sede della Prefettura milanese. Alle ore 14.00 dello 29 aprile 1945 le Forze Armate della RSI risultarono definitivamente sconfitte secondo le Convezioni dell'Aia e di Ginevra quando Graziani firmo' la resa militare (Resa di Caserta)




Bibliografia e Siti Web


Per ulteriori approfondimenti si consigliano i seguenti libri:

REPARTI CORAZZATI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943/1945
di P.Crippa
Marvia Ed. - 120 pp 82 foto in b/n, organigrammi ed insegne.

FORZE ARMATE DELLA RSI 1943-1945 'Forze di terra' di C.Cucut
Gruppo Modellistico Trentino - pp 223 con oltre 180 foto in b/n

IL GRUPPO CORAZZATO “SAN GIUSTO”
dal Regio Esercito alla RSI
di S.Di Giusto
160 pagine, circa 140 foto, varie mappe e riproduzioni di documenti, 5 profili a colori; in brossura, formato 21 x 29 cm.
Testo in italiano con sintesi e didascalie in inglese. Per ordinare il volume scrivere a: info@laraneditions.be
COME IL DIAMANTE - I carristi italiani 1943-1945
di Sergio Corbatti e Marco Nava
330 pp. 320 fotografie, 36 documenti, 15 mappe e mappe.

L'opera a ffronta il tema dei reparti corazzati italiani dopo l'armistizio dell’8 settembre 1943, sia da parte del Regio Esercito cobelligerante con gli Alleati sia da quella della RSI.

Le molte fotografie, in parte inedite, costituiscono uno dei punti forti del volume e sono tutte accompagnate da dettagliate didascalie, utili anche ai modellisti.

 



Come siti web si consiglia:
- Italia R.S.I.
- Il Duce











 

REPARTI CORAZZATI DELL'ESERCITO NAZIONALE REPUBBLICANO
Articoli e sezione riveduta e corretta da Paolino "Barbarigo" Crippa ©

GRUPPO SQUADRONI CORAZZATI SAN GIUSTO

Costituitosi a Spalato nel settembre del 1943 dopo l'armistizio, il capitano Tonegutti, comandante del primo Squadrone Carri L della divisione "Celere", di stanza a Spalato, non accettando l'armistizio iniziò a muovere verso la parte settentrionale dell'Istria con altri militari del Gruppo Squadroni ed alcuni carri. A Fiume aiuta la locale guarnigione italiana, muovendo poi per Gorizia e dislocandosi definitivamente a Mariano del Friuli. Vengono recuperati e riadattati diversi mezzi corazzati, fino a raggiungere una forza tale da trasformare lo Squadrone in "Gruppo Squadroni Corazzati San Giusto" (su 3 squadroni) nella prima metà del 1944.
Dopo aver partecipato alla difesa di Fiume con una decina di carri L, il Gruppo si dislocò a mariano del Friuli in provincia di Gorizia, dove incessantemente operò in difesa delle linee di comunicazione, scortando le autocolonne e proteggendo i presidi della zona dagli attacchi dei partigiani titini. I 16 L3 erano inquadrati nello Squadrone Carri Leggeri, che fu definitivamente dislocato a Corona, frazione di Mariano. Alla fine del 1944 i carri leggeri superstiti erano ancora una dozzina, mentre negli ultimi giorni di guerra, in seguito ai numerosi scontri sostenuti con i partigiani della zona, il numero si ridusse drasticamente ad 8, di cui solo 4 efficienti. Il “San Giusto” fu travolto dagli eventi del 25 aprile e si sciolse alla fine del mese; alcuni suoi L3 furono poi impiegati da partigiani italiani il 28 aprile in un fallito tentativo di attacco alla guarnigione tedesca di Cividale.
Il Gruppo si sciolse a Mariano tra il 27 ed il 28 aprile 1945.

Organizzato su Comando, Squadrone Carri Armati e Squadrone Semoventi ebbe nell'aprile del 1945 la seguente dotazione:

5 carri medi M13/40
2 semoventi L6/40 da 47/32 (tarda produzione)
16 carri L3/33 e L3/35 (2 lanciafiamme)
2 autoblindo AB41
1 semovente M42 da 75/34
2 semoventi M42 da 75/18
1 semovente M41 da 75/18
2 AS37 protetti
3 Fiat 665N scudati


COLORAZIONE E SEGNI DISTINTIVI dei mezzi del SAN GIUSTO
Tutti i mezzi del "San Giusto" erano dipinti in giallo sabbia, mimetizzati con un fitto schema ad amebe marrone rossicce e verdi.
Appena recuperati e per un certo periodo, i mezzi avevano la colorazione originaria quindi per i carri L3 il grigioverde mentre i carri M e semoventi il giallo sabbia.
Inizialmente lo stemma era costituito da un tricolore. sostituito successivamente da un tricolore sventolante, con, in nero, la sagoma di un carrarmato; questo stemma era dipinto sui lati della torretta per i carri M e sulla scudatura degli L.


Fonti

"Con l’Onore per l’Onore – L’organizzazione militare della Rsi sul finire della Seconda Guerra Mondiale", Giuseppe Rocco,Greco & Greco Editori, Milano 1998.
"RSI – Forze Armate dalla Repubblica Sociale – La guerra in Italia – 1943 –1944 - 1945", Nino Arena, Ermanno Albertelli Editore, Parma 1999 - 2002.
"Fronte terra – L’armamento italiano nella Seconda Guerra Mondiale", Bruno Benvenuti, Ugo Colonna, volume 2/II, Edizioni Bizzarri, Roma 1972.
"Gli ultimi in grigioverde", Giorgio Pisanò, Edizioni FPE, Milano, 1967.
"Guerra Civile", Numero 2 - settembre/ ottobre 2003, Editoriale Il Veliero, Imperia

articolo di Paolino "Barbarigo" Crippa ©

GRUPPO CORAZZATO LEONCELLO

Nato su idea del capitano Zuccaro, ebbe il compito di difendere il Ministero delle Forze Armate a Peloponazze, vicino a Desenzano. Il capitano Zuccaro iniziò ad organizzare il Gruppo all'insaputa dei tedeschi, con il nome di copertura di "Battaglione Carri dell'Autodrappello Ministeriale delle Forze Armate" cercando e recuperando mezzi corazzati un po' dovunque.
Il Gruppo seguì un periodo di addestramento, compiendo esercitazioni a fuoco sulle colline nei pressi del lago di Garda e nell'ottobre '44 assunse la Difesa del Ministero. Il Gruppo non partecipò effettivamente a nessuno scontro a fuoco con formazioni avversarie ad eccezione delle "scaramucce" avute con i partigiani al momento dell'insurrezione del CLN durante i giorni della Liberazione.
Nell'aprile 1945 lo Squadrone Comando fu dislocato a Milano. Il 25 aprile lo Squadrone, agli ordini di Zuccaro, mosse verso Brescia, unitamente ad elementi della Decima, per prelevare carburante dal deposito di Desenzano, per portarlo allo Squadrone "M", bloccato mentre muoveva verso Milano. Circondato da "Fiamme Verdi", lo Squadrone Comando ingaggiò il combattimento, ma dovette cedere ed arrendersi.
Lo Squadrone Carri "M" fu ugualmente impegnato in combattimento mentre arrestava la sua marcia verso Milano per mancanza di carburante, mentre lo Squadrone Carri "L" combattè nei pressi di Lonigo (VI). Lo Squadrone Deposito e l'officina si arresero a Pelopponazze.

In totale ebbe la seguente dotazione:
- 7 carri L3/35 (probabilmente uno in versione lanciafiamme);
- 1 carro L6/40;
- 4 carri medi M13/40;
- 1 carro medio M15/42;
- 1 Semovente M43 da 105/25, a partire da febbraio 1945.

Secondo Giorgio Pisanò il reparto ebbe anche:
- 4 Autoblindo AB40/41;
- 4 Autovetture;
- 8 Autocarri;
- 1 Autocarro radio;
- 4 mitragliere anti aeree da 20mm.


M13/40 del Leoncello catturato dai partigiani a Milano

COLORAZIONE E SEGNI DISTINTIVI DEI MEZZI del LEONCELLO
I veicoli adottavano la tipica mimetizzazione del periodo: fondo sabbia, con chiazze in marrone rossiccio e verde. Alcuni carri M erano dipinti in grigioverde.
Sul lato destro della torretta dei carri e della casamatta dei semoventi era dipinto un rettangolo bianco con un leone nero rampante, con il fascio repubblicano tra le zampe anteriori, mentre sul lato sinistro trovavano posto il numero di squadrone e plotone ed un tricolore. Anche sulla parte anteriore e su quella posteriore delle casematte era dipinto un piccolo tricolore. Gli L3 invece probabilmente erano in grigioverde.





Fonti
"Con l’Onore per l’Onore – L’organizzazione militare della Rsi sul finire della Seconda Guerra Mondiale", Giuseppe Rocco,Greco & Greco Editori, Milano 1998.

articolo di Paolino "Barbarigo" Crippa ©

I BATTAGLIONE BERSAGLIERI VOLONTARI BENITO MUSSOLINI

Il primo reparto a formarsi (Verona - settembre '43) e a raggiungere il fronte italiano fu il 1° Battaglione Bersaglieri "Mussolini" che combatte' dalla fine di ottobre del 1943 fino al 30 aprile del 1945 sulla frontiera orientale; era costituito su: comando, compagnia comando, 1^ compagnia guastatori, 2^ e 3^ compagnia mitraglieri, 4^’ compagnia mortai. Il nucleo principale era costituito dagli uomini del Centro Costituzione battaglioni cacciatori di carro in Verona.

Fu impiegato in operazioni contro i partigiani del IX Corpus sloveno nelle valli D’Isonzo e del Baccia e con compiti difensivi lungo la ferrovia Gorizia-Piedicolle, con numerosi presidi fissi.
Questo reparto subì perdite gravissime. Il 28 aprile 1945 ebbe l’ordine di riunirsi a Santa Lucia e da lì muovere insieme col 3° battaglione verso Cividale. Durante il ripiegamento i reparti furono attaccati e praticamente distrutti. I pochi superstiti vennero deportati nel campo di concentramento di Borovnica, presso Lubiana, dove subirono le peggiori angherie, solo pochissimi nel 1946 riuscirono ad uscire da quel vero inferno.

Ebbe tra le sue file 1 semovente da 47/32 su scafo L6. Inoltre da alcuni spezzoni di filmati dell'Istituto Luce risulta che il battaglione avrebbe avuto in dotazione per alcuni mesi una littorina blindata tipo “Libli”, usata per il pattugliamento della linea ferroviaria di competenza.

Inoltre il Battaglione aveva a disposizione 6 FIAT 626, dipinti in grigioverde.

I DIVISIONE DI FANTERIA ITALIA

Fu addestrata a Heuberg nel Wurttemberg e nei primi giorni del Dicembre '44 si trasferì in Italia, fu schierata fra Parma, Fidenza e Salsomaggiore. Al gennaio e posta sulla direttrice per la Cisa, fra Colecchio, Sala Baganza e Berceto. A metà gennaio '45 inizia il movimento verso il fronte della Garfagnana, dove diede il cambio ai reparti della "Monterosa" (ad eccezione del Btg. "Intra") e della "San Marco".
Il primo reparto a prendere posizione è il II btg. del 1° reggimento bersaglieri, sulla sinistra del Serchio, cui fece seguito il III btg. Alla fine di Gennaio la Divisione era schierata anche alla sinistra del Serchio, con il fronte su tutta la Valle. Nella seconda metà di febbraio e fino a marzo sostenne violenti scontri con reparti americani nella zona di Treppigna, Capraia-Sillico e Foscaira. Dal 4 aprile e fino al 28 si susseguirono gli scontri anche in fase di ripiegamento. La mattina del giorno 29 aprile la Divisione si arrese a reparti brasiliani nei pressi di Ozzano-Scandicci.


Secondo una relazione tedesca ebbe 9 semoventi M42 da 75/18, ma la notizia non trova riscontro effettivo.

RAGGRUPPAMENTO ANTI PARTIGIANI
Gruppo Esplorante

Nato nell'estate del '44 come raggruppamento di affiancamento dei "Cacciatori degli Appennini", era formato da 4 Btg di Arditi (il 1° erano Bersglieri e il 2° Alpini), 1 Gruppo di Artiglieria, 1 Gruppo di Cavalleria, 1 Btg. Del Genio e 1 autoreparto. Inoltre aveva due RAU (Reparti Arditi Ufficiali), ciascuno della consistenza di una compagnia, formati di tutti ufficiali particolarmente selezionati e addestrati. Comandante del RAP fu il Col. Di S.M. Alessandro Ruta. Insieme al Raggruppamento "Cacciatori degli Appennini" formarono il “CO.GU.” (Contro Guerriglia).

Il R.A.P. articolato come una brigata leggera riuscì a mettere in piedi anche un piccolo nucleo corazzato all’interno del Gruppo Esplorante.
I carri L3 del Gruppo erano inizialmente inquadrati nella 2° Compagnia, trasformata in 1° nel febbraio 1945; questa era articolata su Comando compagnia, Plotone Comando e 3 Plotoni Carri (presumibilmente con 4 carri ognuno). Il Raggruppamento era di stanza a Torino, da dove operò contro i gruppi partigiani di tutto il Piemonte, sia effettuando rapide puntate, sia partecipando ad operazioni su vasta scala, come la presa della città di Alba, dove i partigiani avevano stabilito un proprio governo, quando il R.A.P. impiegò massicciamente i propri carri leggeri.
Alcuni reparti si arresero agli americani e furono condotti nei campi di concentramento mentre altri ebbero si arresero ai partigiani, come il 2° RAP, e furono trucidati.

Ebbe in dotazione i seguenti mezzi:

- 7 carri leggeri L3/33 e L3/38
- 1 carro medio M13/40
- 2 semoventi L6/40
- 1 autoblindo AB41
- 2 semoventi M42 da 75/18
- probabilmente ebbe anche una Lancia Lince

I Reparti Arditi Ufficiali erano dotati di autocarri corazzati con blindature di circostanza realizzate dai tecnici dell’Arsenale di Torino.

I carri L3 ed i carri M erano in grigioverde con striature giallo sabbia mentre come simboli aveva un tricolore con l’aquila repubblicana sulle fiancate della casamatta.
L'autoblinda ed il semovente da 47/32 avevano la tipica mimetica a tre toni ed il tricolore repubblicano ai lati della casamatta.

CACCIATORI DEGLI APPENNINI
Gruppo Esplorante Celere

Nella storia delle forze armate della R.S.I. il Raggruppamento "Cacciatori degli Appennini" assume particolare importanza, perché venne costituito ed addestrato in Italia. Con una forza di 500 soldati i reparti del Raggruppamento "Cacciatori degli Appennini" furono inizialmente i seguenti:
-Comando del C.A.R.S. e quartier Generale a Parma
-1° Rgt su Comando e tre Btg. costituito con Granatieri, Bersaglieri e Alpini a Reggio Emilia;
-2° Rgt. costituito con reparti della G.N.R. a Parma;
-3° Rgt. costituito con gli elementi delle "Compagnie della Morte" mobilitate dal P.F.R. a Parma (GNR);
-4° Rgt. di Cavalleria "Cavalieri di Lombardia";
-Gruppo di artiglieria (di prevista costituzione).

Il Raggruppamento “Cacciatori degli Appennini” fu costituito con lo scopo preciso di combattere il fenomeno partigiano nella primavera del 1944 e compì operazioni antipartigiane in Emilia, nel Veneto ed in Piemonte, dove rimase fino alla cessazione delle ostilità. Il Raggruppamento era discretamente motorizzato e, da alcune fotografie, è possibile affermare che alcuni esemplari del 626 erano in servizio presso i “Cacciatori”. I mezzi erano stati trasformati a gassogeno ed erano dipinti in grigioverde; sulle sponde laterali del cassone vi era la scritta, in bianco, “CACCIATORI DEGLI APPENNINI” (vedi foto).

Secondo Pisanò ("Gli Ultimi in Grigioverde") esisteva anche una Compagnia Corazzata su:
- 6 autoblindo tedesche;
- 4 semoventi da 75/18 M42.

Probabilmente si trattava di una dotazione solamente teorica; risulta che il plotone cavalleria del Raggruppamento avesse in carico una autoblinda di tipo non specificato.

REGGIMENTO VOLONTARI FRIULANI TAGLIAMENTO

- 1 autocarro protetto FIAT 665 armato con mitragliatrici da 8 mm.

XIV BATTAGLIONE DIFESA COSTIERA



- 1 autocarro FIAT 665 blindato, armato con una mitragliatrice da 8 mm.